Il Bagatto
Una storia archetipica
“C’era una volta un pezzo di legno. Non era un legno di lusso, ma un semplice pezzo da catasta, di quelli che d’inverno si mettono nelle stufe e nei caminetti per accendere il fuoco.
Appena Mastro Ciliegia ebbe visto quel pezzo di legno, si rallegrò tutto; e dandosi una fregatina alle mani, borbottò a mezza voce:
- Voglio servirmene per fare una gamba a un tavolino. -
Ma quando fu lì per lasciare andare la prima asciata, sentì una vocina sottile sottile, che disse raccomandandosi:
- Non picchiar tanto forte! -
Ripresa l’ascia in mano, tirò giù un solennissimo colpo sul pezzo di legno.
- Ohi, tu m’hai fatto male! - gridò rammaricandosi la solita vocina.
Prese in mano la pialla, ma nel mentre che lo piallava in su e in giù, sentì la solita vocina che gli disse ridendo:
- Smetti! Tu mi fai il pizzicorino sul corpo! -
In quel punto fu bussato alla porta. Allora entrò un vecchietto tutto arzillo, il quale aveva nome Geppetto.
- Stamani - disse - m’è piovuta in testa un’idea. -
- Sentiamola. -
- Ho pensato di fabbricarmi da me un bel burattino di legno. Ma un burattino meraviglioso, che sappia ballare, tirare di scherma e fare i salti mortali. Vorrei un po’ di legno per fabbricare il mio burattino; melo date? -
Mastro Antonio tutto contento andò subito a prendere sul banco quel pezzo di legno, che era stato cagione a lui di tante paure, ma quando fu lì per consegnarlo all’amico, il pezzo di legno dette uno scossone, e sgusciandogli violentemente dalle mani, andò a sbattere con forza negli stinchi impresciuttiti del povero Geppetto” (Collodi, ed. 1961, pp. 3 - 9).
Nella bottega del falegname sta per avvenire una creazione; qualcosa che ancora non esiste sta per esistere. Un semplice legno da catasta non diventerà mai una gamba di tavolino, ma un burattino d’eccezione, destinato a un travagliato e affascinante percorso evolutivo al termine del quale diventerà umano.
Nulla di ciò è ancora cominciato, ma già dentro al legno si percepisce qualcosa che ambisce a esistere. Dall’interno della nuda materia (madera significa “legno” in spagnolo) la misteriosa vocina sottile sottile proclama la propria esistenza, denuncia un potenziale di individuazione.
La narrazione di Collodi è archetipica; ritrae la vibrante situazione degli Inizi.
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